Gábor Hajnóczi
1943-2005
Biografia
La famiglia di Gábor Hajnóczi è originaria del Szepesség e i suoi antenati furono, per generazioni, giuristi. Suo padre, nato quando la famiglia era giá trasferita a Baja, fu giudice fino all’inizio del 1949, poi coprì incarichi disparati in altri ambiti, per terminare la carriera come consigliere legale di una cooperativa.
Gábor Hajnóczi è nato a Baja il 18 agosto 1943. Ha conseguito il diploma di maturità presso il Liceo dei cistercensi „Béla III”. I suoi studî universitari di italianistica e storia si sono svolti a Szeged. Si è occupato soprattutto di storia dell’arte e, in particolare, di storia dell’architettura del Rinascimento. Anche se il lavoro e gli studî lo hanno portato lontano da Baja, tornava regolarmente nella sua città natale. Curava i rapporti famigliari e di amicizia. A Baja ha sempre pensato con fierezza: alla città, all’ambiente intellettuale e, non ultima, a quell’armonia di paesaggio e ambiente urbanistico descritta spesso dal padre. E anche d’estate non portava i figli al Balaton, ma lungo il fiume Sugovica.
Conseguita la laurea, fu insegnante di liceo a Zirc. Grazie a una borsa di studio del Gruppo di ricerca in Storia dell’Arte dell’Accademia Ungherese delle Scienze, condusse ricerche sulla storia della biblioteca e della collezione d’arte dell’abbazia cistercense dopo la guerra. Proseguendo gli studi di storia dell’architettura rinascimentale italiana, tradusse il trattato Quattro libri dell’architettura di Andrea Palladio (Venezia, 1570).
Nel 1974 lasciò Zirc per trasferirsi a Budapest, dove fu bibliotecario presso l’Istituto di Storia dell’Architettura del Politecnico. Qui entrò in contatto con il Gruppo di ricerca del Rinascimento e del Barocco presso l’Istituto di Studi letterari dell’Accademia delle Scienze, al cui lavoro e ai cui convegni parteciperà da questo momento con continuità. Nello stesso anno si sposa. Sua moglie è studiosa di etnografia. Dal matrimonio nascono due figli: Kristóf (1977) e Eszter (1980), i quali hanno scelto entrambi la carriera degli studî umanistici.
Nel 1979 pubblica la monografia Andrea Palladio.
Dal 1986 insegna Storia dell’arte all’Università József Attila di Szeged, agli studenti degli indirizzi di Storia e Italianistica. Pubblica saggi, articoli specialistici e recensioni nelle riviste di storia dell’arte Acta e Ars Hungarica, nonché negli Acta dell’Università di Szeged e in prestigiose riviste straniere. In questi anni partecipa a numerosi convegni in Ungheria e all’estero, tenendo molte conferenze. Il suo libro di grande respiro Az ideális város a reneszánszban (La città ideale nel Rinascimento) viene accolto con ampi consensi negli ambienti specialistici.
Nel 1992 interrompe la carriera universitaria per rivestire l’incarico di vicedirettore della’Accademia d’Ungheria in Roma, e per un anno quella di giurato alla Biennale di Venezia. A Roma organizza due grandi convegni internazionali sulla Pannonia e l’Impero romano e sul monumentale Palazzo Falconieri che ospita l’Accademia; prende anche parte all’organizzazione di numerosi altri consessi scientifici. Collabora alla rinascita dell’Annuario dell’Accademia. Cura gli atti del convegno sulla Pannonia.
In seguito al cambio di regime in Ungheria, nel 1995 da Roma torna in patria. Accanto all’attività di docente presso l’Università di Szeged, accetta un incarico presso l’Università Cattolica Péter Pázmány: nel campus di Piliscsaba fonda gli indirizzi di Italianistica e Storia dell’arte, assumendo un ruolo decisivo nel riconoscimento di entrambi. Questo impegno è coronato da successo nel 1998. Da quest’anno egli è stabilmente docente dell’Università Cattolica Péter Pázmány. Fin dall’inizio è stato direttore della Cattedra di Italiano, insegnando però contemporaneamente anche negli istituti di Storia dell’arte ed Estetica. Nel 1997 ha curato la traduzione, l’introduzione e il commento dell’edizione ungherese del De pictura di Leon Battista Alberti (A festészetről). Nel 1998 ha vinto la Borsa di studio per Professori Széchenyi. Nel 2002 viene pubblicato il suo volume di saggi Vitruvius öröksége (L’eredità di Vitruvio).
Nel 2002 ha conseguito l’abilitazione presso l’università di Szeged, nel 2003 è nominato professore ordinario. Diviene membro del Circolo dei Professori Batthyány. Costruisce il rapporto di collaborazione tra la Facoltà di Lettere dell’Università Cattolica Péter Pázmány e l’Università Cattolica di Milano. Nell’ambito dell’Università Cattolica ha organizzato due convegni: nel 2000 su Dante Alighieri e nel 2004 su Francesco Petrarca. In questo stesso anno ha organizzato anche una conferenza su Leon Battista Alberti a Budapest. La sua attività di diffusione della cultura italiana in Ungheria ha ottenuto molti riconoscimenti, il più importante dei quali è il titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana. Nell’autunno del 2004 ha redatto il primo volume delle Letture di Storia dell’arte nel Rinascimento.
La malattia lo ha raggiunto al culmine del riconoscimento e della pienezza dello studioso e del docente. Fino alla fine ha fortemente creduto di poter tornare alla sua cattedra, tra gli amati allievi e colleghi.
Nell’estate del 2005 avrebbe compiuto 62 anni.
Gábor Hajnóczi è nato a Baja il 18 agosto 1943. Ha conseguito il diploma di maturità presso il Liceo dei cistercensi „Béla III”. I suoi studî universitari di italianistica e storia si sono svolti a Szeged. Si è occupato soprattutto di storia dell’arte e, in particolare, di storia dell’architettura del Rinascimento. Anche se il lavoro e gli studî lo hanno portato lontano da Baja, tornava regolarmente nella sua città natale. Curava i rapporti famigliari e di amicizia. A Baja ha sempre pensato con fierezza: alla città, all’ambiente intellettuale e, non ultima, a quell’armonia di paesaggio e ambiente urbanistico descritta spesso dal padre. E anche d’estate non portava i figli al Balaton, ma lungo il fiume Sugovica.
Conseguita la laurea, fu insegnante di liceo a Zirc. Grazie a una borsa di studio del Gruppo di ricerca in Storia dell’Arte dell’Accademia Ungherese delle Scienze, condusse ricerche sulla storia della biblioteca e della collezione d’arte dell’abbazia cistercense dopo la guerra. Proseguendo gli studi di storia dell’architettura rinascimentale italiana, tradusse il trattato Quattro libri dell’architettura di Andrea Palladio (Venezia, 1570).
Nel 1974 lasciò Zirc per trasferirsi a Budapest, dove fu bibliotecario presso l’Istituto di Storia dell’Architettura del Politecnico. Qui entrò in contatto con il Gruppo di ricerca del Rinascimento e del Barocco presso l’Istituto di Studi letterari dell’Accademia delle Scienze, al cui lavoro e ai cui convegni parteciperà da questo momento con continuità. Nello stesso anno si sposa. Sua moglie è studiosa di etnografia. Dal matrimonio nascono due figli: Kristóf (1977) e Eszter (1980), i quali hanno scelto entrambi la carriera degli studî umanistici.
Nel 1979 pubblica la monografia Andrea Palladio.
Dal 1986 insegna Storia dell’arte all’Università József Attila di Szeged, agli studenti degli indirizzi di Storia e Italianistica. Pubblica saggi, articoli specialistici e recensioni nelle riviste di storia dell’arte Acta e Ars Hungarica, nonché negli Acta dell’Università di Szeged e in prestigiose riviste straniere. In questi anni partecipa a numerosi convegni in Ungheria e all’estero, tenendo molte conferenze. Il suo libro di grande respiro Az ideális város a reneszánszban (La città ideale nel Rinascimento) viene accolto con ampi consensi negli ambienti specialistici.
Nel 1992 interrompe la carriera universitaria per rivestire l’incarico di vicedirettore della’Accademia d’Ungheria in Roma, e per un anno quella di giurato alla Biennale di Venezia. A Roma organizza due grandi convegni internazionali sulla Pannonia e l’Impero romano e sul monumentale Palazzo Falconieri che ospita l’Accademia; prende anche parte all’organizzazione di numerosi altri consessi scientifici. Collabora alla rinascita dell’Annuario dell’Accademia. Cura gli atti del convegno sulla Pannonia.
In seguito al cambio di regime in Ungheria, nel 1995 da Roma torna in patria. Accanto all’attività di docente presso l’Università di Szeged, accetta un incarico presso l’Università Cattolica Péter Pázmány: nel campus di Piliscsaba fonda gli indirizzi di Italianistica e Storia dell’arte, assumendo un ruolo decisivo nel riconoscimento di entrambi. Questo impegno è coronato da successo nel 1998. Da quest’anno egli è stabilmente docente dell’Università Cattolica Péter Pázmány. Fin dall’inizio è stato direttore della Cattedra di Italiano, insegnando però contemporaneamente anche negli istituti di Storia dell’arte ed Estetica. Nel 1997 ha curato la traduzione, l’introduzione e il commento dell’edizione ungherese del De pictura di Leon Battista Alberti (A festészetről). Nel 1998 ha vinto la Borsa di studio per Professori Széchenyi. Nel 2002 viene pubblicato il suo volume di saggi Vitruvius öröksége (L’eredità di Vitruvio).
Nel 2002 ha conseguito l’abilitazione presso l’università di Szeged, nel 2003 è nominato professore ordinario. Diviene membro del Circolo dei Professori Batthyány. Costruisce il rapporto di collaborazione tra la Facoltà di Lettere dell’Università Cattolica Péter Pázmány e l’Università Cattolica di Milano. Nell’ambito dell’Università Cattolica ha organizzato due convegni: nel 2000 su Dante Alighieri e nel 2004 su Francesco Petrarca. In questo stesso anno ha organizzato anche una conferenza su Leon Battista Alberti a Budapest. La sua attività di diffusione della cultura italiana in Ungheria ha ottenuto molti riconoscimenti, il più importante dei quali è il titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana. Nell’autunno del 2004 ha redatto il primo volume delle Letture di Storia dell’arte nel Rinascimento.
La malattia lo ha raggiunto al culmine del riconoscimento e della pienezza dello studioso e del docente. Fino alla fine ha fortemente creduto di poter tornare alla sua cattedra, tra gli amati allievi e colleghi.
Nell’estate del 2005 avrebbe compiuto 62 anni.